mercoledì 6 aprile 2016

REFERENDUM SULLE TRIVELLAZIONI..SI o NO?


Il 17 Aprile 2016 per la prima volta nella storia della Repubblica gli italiani verranno chiamati a votare a un Referendum richiesto dalle regioni.
Questo Referendum chiamato "Referendum No-Triv" è stato voluto da 9 regioni (Basilicata, Campania, Calabria, Marche, Liguria, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto) preoccupate per le conseguenze ambientali e per i contraccolpi sul turismo di un maggiore sfruttamento degli idrocarburi e consiste in una richiesta in una consultazione in cui si richiede la cancellazione della norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 Miglia marine delle coste italiane senza limiti di tempo.
Meglio dare un decisivo NO o optare per un SI?
E in base al Si o al No..Quanto petrolio è in gioco?Qual è l'impatto del petrolio in mare?

RAGIONI DEL SI
  • Secondo i calcoli di Legambiente,  le piattaforme incluse nel referendum coprono meno dell'1 % del fabbisogno nazionale di petrolio e il 3% di quello di gas e se le riserve marine di petrolio venissero usate per coprire l'intero fabbisogno nazionale, durerebbero meno di due mesi.
  • A preoccupare però non sono solo gli incidenti ma anche le varie operazioni di routine che provocano un inquinamento di fondo. In mare aperto la densità media del catrame depositato sui nostri fondali raggiunge una densità di 38 milligrammi per metro quadrato e si trova inoltre accanto alle piattaforme estrattive del petrolio.  Due terzi delle piattaforme ha sediamenti con un inquinamento oltre i limiti fissati dalle norme comunitarie  per almeno una sostanza pericolosa.
  • Nel caso dovesse vincere il "Si" sarà annullato l'articolo 6 comma 16 del codice dell ambiente, dove si prevede che le trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente.
RAGIONI DEL NO
  • Invece secondo i calcoli del Comitato Ottimisti e Razionali, la produzione italiana di gas e petrolio (a terra e in mare) copre rispettivamente l' 11,8% e il 10,3% del nostro fabbisogno e visto che questi dati comprendono anche le piattaforme che non rischiano la chiusura le stime dei due schieramenti si allontanano e quindi l'85% del petrolio italiano viene da pozzi a terra e un terzo di quello estratto in mare viene da una piattaforma oltre le 12 miglia.
  • L' Estrazione del gas è sicura e c'è un controllo costante dell' Ispra, delle Capitanerie di Porto, delle USL, ASL e soprattutto dell' Istituto Superiore di Sanità e dei Ministeri Competenti. Nonostante tutti questi controlli non sono mai stati segnalati incidenti o pericoli di rilievo anche perchè il Gas non danneggia l'ambiente e le piattaforme sono aree di ripopolamento ittico. I limiti presi come riferimento per le sostanze oggetto di monitoraggio e riportati nel rapporto di Greenpeace non sono limiti di legge applicabili alle attività offshore di produzione del gas e del metano. Valgono infatti per corpi idrici superficiali (Fiumi, Laghi..) e in quelli sotterranei.
SERVONO I REFERENDUM? QUANTO COSTANO?

RAGIONI DEL SI
"Si deve comunque andare a votare perchè il referendum è un esercizio importante di democrazia, tanto più quando i cittadini sono chiamati ad esprimersi senza filtri. Il mio è un invito al voto. Dopodichè ognuno vota come più ritiene opportuno" afferma il presidente della camera Laura Boldrini.
C'è stato uno spreco di 360 milioni, l'equivalente degli introiti annuali dalle royalties dalle trivellazioni attualmente presenti nel paese.

RAGIONI DEL NO
Diciamo agli italiani: "Non andate a votare, non tirate la volata a chi vuole soltanto distruggere".
Viene detto: Questo referendum non ha senso e non si doveva fare, è uno spreco di 400 milion.

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